USA Central – Giorno 2,3,4
Chicago
Questa città è stata davvero una sorpresa, semplicemente stupenda! Sappiamo che d’inverno è molto meno ospitale, con temperature gelide e vento artico che ti taglia la faccia, ma in agosto ci si muove agevolmente, fa caldo ma non in modo eccessivo. C’è tanto da vedere, infatti abbiamo previsto di restare qui 3 giorni.
L’hotel è in pieno centro, a due passi dal Millenium Park, dove si trova la scultura nota come The Bean, il fagiolo. In realtà il suo vero nome sarebbe Cloud Gate, ma la chiamano tutti bean.
La colazione in hotel non è compresa, pertanto passiamo da uno Starbucks, prendiamo cappuccino e brioches e facciamo colazione sulle panchine, proprio davanti alla scultura.
E’ piuttosto presto, ci sono pochissime persone, la luce è ottima e riusciamo a fotografare la scultura in tranquillità, senza intrusi nelle foto, sia con il sole che si riflette sul “fagiolo”, sia con lo skyline riflesso.
Il Millenium Park ospita anche la Fontana Crown, una fotana/scultura multimediale, con immagini video proiettate su due alte torri che raffigurano volti che “sputano” acqua.
Lasciamo il parco e ci addentriamo nelle vie del centro, seguendo un percorso trovato su una guida della città, fra i viali sovrastati dai ponti della metropolitana sopraelevata e i ponti sul fiume, due segni distintivi della città.
Anche se lo skyline non è come quello di New York, a Chicago si trovano due grattacieli da 100 piani; uno di questi è la Willis Tower, dove c’è lo Skydeck, un balcone sporgente totalmente trasparente posto al 103esimo piano… nonostante entrambi abbiamo qualche problemino con le vertigini decidiamo che si tratta comunque di una cosa imperdibile!
Arrivati in cima con un ascensore ultrarapido ci troviamo davanti a due balconcini, completamente chiusi e totalmente trasparenti, in cui ci stanno al massimo 4 o 5 persone in piedi, che sporgono di 1 metro circa nel vuoto. E’ divertente vedere come le varie persone, giunto il proprio turno per entrare, “affrontano” il passo decisivo, in cui si deve mettere il piede sul pavimento trasparente; per alcuni è davvero difficile o semplicemente impossibile: tu vorresti fare un passo avanti ma il cervello ti blocca la gamba! Molte persone sono riuscite ad entrare nello Skydeck solamente gattonando e con lo sguardo rivolto verso l’alto!
Io sono riuscito a mettere un piede nel vuoto, Antonella invece si è limitata a sedersi vicino al bordo, nonostante vari tentativi non è riuscita a spingersi oltre, bloccata dalla paura.
Oltre allo Skydeck, il 103esimo è anche un punto di vista panoramico notevole sulla città, da qui si può notare quanto grande sia il lago, infatti, nonostante la bella giornata e la notevole altezza, non è possibile scorgere la sponda opposta.
Proseguiamo la passeggiata per le vie del centro, fra grattacieli, ponti sul fiume e ponti della metropolitana.
Una sera la dedichiamo alle foto in notturna, la presenza del fiume, che riflette le luci della città, si presta a questo tipo di scatti, quindi ci portiamo dietro i cavalletti e dopocena facciamo un po’ di foto.
Saliamo anche al terrazzo panoramico dell’altro grattacielo da 100 piani, il John Hancock, la sera c’è meno gente e facciamo pochissima coda per salire; c’è un intero piano dedicato ai turisti e alla vista sulla città, tutto al coperto con immense vetrate e una parte all’aperto.
Nota per fotoamatori – Siamo saliti al terrazzo coi cavalletti in bella vista e nessuno ci ha detto nulla, abbiamo scattato senza problemi per almeno una mezzora, dopodiché è arrivato un addetto che ci ha informato che per le foto col cavalletto serve un permesso, al costo di 100 dollari… a quel punto abbiamo detto “no thanks” e abbiamo messa via tutto… ormai le foto le avevamo fatte 🙂
Il giorno seguente decidiamo di prendere la sopraelevata per andare fuori dal centro e camminare in quartieri meno turistici. E’ domenica, pertanto troviamo poca gente in giro e ci muoviamo in tutta tranquillità. Arrivati in un quartiere periferico, facciamo qualche foto e poi ci spostiamo difronte al lago, iniziando a camminare per tornare verso il centro.
Il piano era quello di camminare finchè ne avevamo voglia e poi riprendere la metro, ma con calma e qualche sosta, ogni tanto, sulle panchine lungo il lago, alla fine ci ritroviamo di nuovo in centro: abbiamo fatto diversi chilometri ma quasi senza rendercene conto.